Stefano Zerbi, architetto e professore SUPSI

Jürg Conzett, ingegnere civile, Conzett Bronzini Partner AG, Coira
Nel Novecento, la pietra era il materiale unificante della Svizzera. Il Palazzo Federale riunisce tutti i tipi di pietre naturali svizzere in un assemblaggio simbolico per la Confederazione Elvetica. Allo stesso tempo, l’ingegnere Robert Moser lanciava la sua campagna per la pietra naturale nelle costruzioni di ponti: “Ehre dem Stein!” In seguito, i viadotti della ferrovia retica erano costruiti con la pietra locale. Il restauro di questi ponti è fonte d’ispirazione anche per strutture nuove in pietra naturale. Oggi abbiamo a disposizione tanti strumenti tecnici per creare concetti innovativi della pietra naturale: precompressione, malte di alta resistenza, metodi per trattare il materiale. Nella relazione dell’11 settembre riporterò alcune delle mie esperienze acquisite nell’uso della pietra naturale.

Mauro Baranzini, professore Università della Svizzera Italiana
L’industria ticinese dei graniti, dei marmi e delle pietre naturali: un passato glorioso, un presente difficile e un futuro tutto da costruire”. Questo quanto scriveva un quarto di secolo fa Tarciso Cima, allora capo-ufficio delle regioni di montagna del dipartimento delle Finanze e dell’Economia. E negli ultimi 25 anni le cose non sono purtroppo cambiate molto anzi. Anche se si è guadagnato in produttività, i posti di lavoro si sono più che dimezzati: erano ancora 787 nel 1995 e sono scesi ai circa 300 di oggi! E questo nonostatne gli sforzi fatti dalle imprese del settore, perloppiù famigliari, che cercano di mantenere alta una tradizione che dura oramai da secoli nelle nostre valli. Per loro è una battaglia contro i mulini a vento, ma che val la pena di essere combattuta.
Tra i punti di forza di questa attività che sfrutta la ricchezza delle nostre montagne, a chilometro zero oseremmo dire, l’elevata conoscenza tecnica del materiale di base, la mano d’opera qualificata (anche se sempre più difficile da reperire), un’attività artigianale con grande tradizione e le buone vie di comunicazione. Ma d’altra parte gli ostacoli non mancano: citiamo ad esempio la mancanza di economie di scala, di scopo e di distretto, la difficoltà del marketing, la malgestione degli scarti, e la forza del franco svizzero che sta facendo male a molte industrie della nostra nazione. Se poi aggiungiamo a questo una tiepida difesa (ed è forse un eufemismo) del settore della pietra da parte del Dipartimento Cantonale del Territorio, allora il futuro di questa nostra industria è proprio tutto da costruire, come ben diceva Tarcisio Cima un quarto di secolo fa.
Solo per citare un fatto: il Piano Cantonale 2008- 2020 relativo alla gestione degli inerti prevedeva una diminuzione delle importazioni di sabbia e ghiaia dalla vicina Italia, anche per combattere gli svantaggi che tale dipendenza comporta. Il fatto è che tale importazione incontrollata non ha fatto che aumentare, e oggi si importano 1,3 milioni di tonnellate. Una fila di autocarri di 5 km. giornalieri che intasano ancora di più le nostre strade. Una contraddizione più volte denunciata dalla stampa cantonale e anche da quella nazionale. Perdippiù il nostro Dipartimento del Territorio fa fatica a trovare nuove discariche, il che porta ad un aumento delle tasse di discarica, genera un “mercato nero”, incentiva il trasporto e stoccaggio di discarica oltre confine e spalanca così le porte a un crescendo di importazioni di ghiaia e sabbia. Un circolo vizioso che occorrerebbe bloccare con un po’ di coraggio. Anche perchè ne fa le spese tutta la nostra economia, perdendo posti di lavoro, gettito fiscale, oneri sociali e opportunità di crescita.

Michele Arnaboldi, architetto e professore Accademia di Architettura di Mendrisio
Le cave della Riviera oltre alla straordinaria presenza paesaggistica raccontano la storia di una valle che racchiude la memoria della sua geologia.
È la storia di uomini, di famiglie e di stranieri che si sono occupati negli anni passati dell’estrazione e della lavorazione della pietra. È un mondo ricco di cultura e valori importanti per lo sviluppo del suo territorio e in futuro per una valorizzazione del paesaggio delle cave come una caratteristica straordinaria di una valle fortemente toccata dalle infrastrutture di mobilità autostradali e ferroviarie.
Le immagini del pomeriggio